top of page

Ospedale abbandonato più infestato del mondo


Non per nulla negli ospedali muoiono moltissime persone, ed è quindi quasi logico che i fantasmi di chi muore restino legati al luogo in cui il “trapasso” è avvenuto, dal momento che possiamo agevolmente individuare i fantasmi come “memorie storiche” di un certo luogo. Così mi sono chiesto: dove si trova l’ospedale più infestato del mondo? Ebbene ne ho individuati ben tre. Uno è un sanatorio per malati di mente, l’altro è un ospedale “canonico” ormai in disuso e abbandonato e l’ultimo, invece, è un “misto” ancora in piena attività. Oggi parliamo dell’ultimo caso, che si trova ancora una volta in America, nel Kentucky, in una cittadina che si chiama Louisville.

La storia dell’ospedale è legata a quella di una malattia, che non è la peste, come invece avviene per Poveglia, ma la tubercolosi. Nel corso del 1800 e nel 1900, l’America è stata letteralmente devastata da una malattia mortale conosciuta da molti come la “morte bianca”, la tubercolosi. Questa malattia, molto contagiosa, purtroppo mieteva numerose vittime dal momento che non esisteva alcuna cura. Tutta l’America, come detto, ne fu colpita, ma in particolar modo una città, Louisville nel Kentucky, che ha avuto uno dei più alti tassi di mortalità in America. Nel 1910, si sono avviati i lavori di costruzione di un nuovo ospedale, appositamente progettato per combattere la malattia, e l’attività nel sanatorio è stata avviata nel 1924. La nuova struttura, nota come Waverly Hills ha però aperto solo due anni dopo, nel 1926. Fu da subito considerato l’ospedale per la cura della tubercolosi più avanzato del paese, ma ciononostante il tasso di mortalità nel sanatorio era molto elevato, anche perché a quel tempo i rimedi che si pensava fossero utili per combattere la malattia erano l’aria fresca, cibo nutriente e molto riposo.

Per i casi più gravi, invece, si sottoponevano i polmoni dei pazienti all’esposizione alla luce ultravioletta per cercare di fermare la diffusione del batterio. Così i pazienti venivano posizionati sulle sedie, davanti alle finestre aperte, in qualunque stagione e con qualsiasi tempo…caldo soffocante d’estate e freddo d’inverno. Non sorprende che molti pazienti siano passati a miglior vita, con queste tecniche mediche! Poi c’erano delle tecniche assai più cruente: palloncini sarebbero stati impiantati chirurgicamente nei polmoni e poi riempiti con aria per espanderli. Superfluo commentare l’esito di queste tecniche. Entro la fine del 1930, la tubercolosi aveva cominciato a diminuire in tutto il mondo e dal 1943 nuovi farmaci l’avevano in gran parte debellata negli Stati Uniti. Nel 1961, così, l’ospedale di Waverly Hills fu chiuso, ma riaperto dopo solo un anno come Woodhaven Geriatrics Sanitarium. E si trattava di un ospedale psichiatrico, in cui si praticavano largamente pratiche al limite della tortura, tra cui la “terapia” dell’elettroshock e, ovviamente ai pazienti già debilitati di loro, venivano somministrate quotidianamente “cure” a base di sevizie e aggressioni fisiche, tra cui vere e proprie torture fisiche per vedere fino a che punto un fisico già debilitato dalla malattia poteva reggere e sopportare il dolore prima di soccombere. Di quel periodo buio rimangono i resoconti dei pazienti (quelli sopravvissuti), che hanno tutti testimoniato maltrattamenti, esperimenti fatti su di loro e altri pazienti, cattiverie a non finire e via dicendo. Poi, drastici tagli di bilancio avutisi tra il 1960 e il 1970, portarono alla chiusura dell’ospedale nel 1982. Ma nonostante tutto questo, Waverly Hills Sanatorium fu acquistato da Charlie e Tina Mattingly nel 2001, e da allora ci furono molti cambiamenti sia nella costruzione, che nella proprietà circostante. Charlie e Tina lavorarono instancabilmente e dedicarono la loro vita al ripristino del Waverly Hills, per farlo tornare all’antico splendore… un po’ macabra come scelta, soprattutto se si considera il background del luogo… non sapevano che dopo tutti i decessi, il dolore e l’agonia all’interno di queste mura, Waverly Hills era considerato uno dei luoghi più infestati del paese?

Moltissime persone in cerca di un brivido provarono a passare qualche tempo all’interno dell’edificio, soprattutto alla ricerca del cosiddetto “tunnel della morte“, una linea ferroviaria sotterranea che serviva agli infermieri per recarsi al sanatorio. Però si racconta che quel condotto, quando i morti iniziarono ad essere decisamente troppi e non si poteva più portarli fuori dall’ospedale senza dare troppo nell’occhio, venne abbandonato e usato come fossa comune per seppellire le centinaia di cadaveri. Una delle leggende di Waverly Hills riguarda un uomo in camice bianco, visto spesso camminare in cucina, accompagnato dalla presenza di un odore di cibo…in una cucina che, ovviamente, era in disuso da anni e anni. Quando un gruppo di ghostHunter decise di indagare sulle apparizioni del Waverly e più precisamente nella cucina, si trovarono di fronte ad un luogo in assoluto abbandono: tavoli rotti, sedie distrutte e sfasciate, finestre rotte, intonaci caduti, elettrodomestici asportati, un disastro di incuria e abbandono. La cosa curiosa accadde nel momento in cui la troupe, che aveva appena girato un servizio fotografico nella cucina, stava per abbandonare il luogo: un odore di pane appena sfornato aveva inspiegabilmente inondato la stanza. Una delle zone che si considera maggiormente infestata è il quinto piano dell’ex ospedale, e in particolare la zona in cui si trova la sala operatoria, affiancata da due stanze per degenza. Era qui che i malati di tubercolosi venivano ospitati, sia per tenerli lontani dal resto dei pazienti, i malati di mente, ma soprattutto perché qui avrebbero potuto beneficiare dell’aria fresca e del sole che erano considerati dei toccasana per la malattia.

In particolare ci sarebbe una stanza che si dice essere infestata: quella in cui molti pazienti si sarebbero suicidati gettandosi dalla finestra. Coloro che hanno visitato la stanza (numero 502), dissero di aver visto “forme in movimento” nei pressi delle finestre e sentito voci non umane che ordinavano ai presenti di “uscire”. Una leggenda poi narra che nel 1928 la capo infermiera del quinto piano si suicidò nella camera 502, impiccandosi al lampadario. Aveva 29 anni, non era sposata e, cosa particolare, era incinta. Quindi si è sempre sostenuto che la donna si fosse tolta la vita proprio per questo, i motivi di tale scelta però erano sconosciuti, anche se, nel contempo, si dice che il suicidio fosse avvenuto in seguito al fantasma di un suo paziente che la tormentava da tempo, morto per colpa sua. Nel 1932, un’altra infermiera che lavorava nella camera 502 si tolse la vita gettandosi dalla finestra, e pochi mesi prima della chiusura dell’ospedale, un’altra infermiera, sempre nella stessa stanza, morì sparandosi un colpo di pistola in bocca. Le tracce di sangue del suicidio sarebbero ancora visibili sulla parete della camera. Testimonianze affermano che si possano udire passi, lamenti, porte che sbattono, luci e ombre che si aggirano in quei corridoi bui e silenziosi… e si potrebbe inoltre vedere il fantasma di una bambinadi nome Emily, circa 6 anni, morta all’interno del sanatorio, forse in un modo che va oltre ogni possibile immaginazione: letteralmente fatta a pezzi all’interno del cestello della lavatrice nella quale si era rifugiata per fuggire alle “terapie” cui era sottoposta. Lavatrice, che in seguito un’infermiera sbadata aveva acceso, non udendo i lamenti della bambina ancora viva, provenienti dall’interno del macchinario.

Un luogo davvero incredibile il Waverly Hills e, se vi può interessare, nel sito internet dell’ex ospedale è possibile prenotare una visita turistica…da brivido!


Post in evidenza
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
Non ci sono ancora tag.
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page