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Hiroshima un Segreto nascosto per 70 anni

Un Sopravvissuto di Hiroshima rivela un Segreto nascosto per 70 anni che fa gelare il

sangue Prima dell’11 settembre 2001 c’era un solo Ground Zero, più grande, e per molti versi più misterioso: Hiroshima. Il centro internazionale di Fotografia di New York ha intitolato “Hiroshima: Ground Zero 1945” la mostra che fino al 28 agosto porta al pubblico le immagini censurate della catastrofe nucleare. 60 immagini mai viste di devastazione e vuoto.

Fu il governo degli Stati Uniti a decidere che meno immagini si vedevano della città giapponese e meglio era, la censura fu rigida, non si poteva “alterare la tranquillità pubblica” sentenziò il governo, dunque non si potevano rendere palesemente noti gli effetti della prima bomba atomica utilizzata in un conflitto armato. 140mila persone morte in un istante e il 70 per cento delle strutture della città distrutte.

Ma questo è un bilancio parziale. Sta di fatto che autorità avevano compreso chiaramente l’enorme potere che la fotografia esercita sulle coscienze e peraltro proprio in quel periodo giravano altre immagini che avrebbero raccontato meglio d’ogni trattato storico la condizione di quella guerra appena superata: le fotografie degli internati di Auschwitz e le immagini del bombardamento di Dresda, non sorprende che ancora oggi l’esercito Usa vieti la pubblicazione di foto dei propri caduti.

Le immagini in mostra hanno un storia importante, furono scattate due mesi dopo la tragedia da un team d’ingegneri e architetti inviati dal presidente Truman a Hiroshima per analizzare i danni civili, economici e militari causati dalla bomba. Per sei settimane i tecnici fotografarono i resti di 135 edifici e 52 ponti, e poi macchine e strutture calcolando la loro distanza dall’epicentro della bomba e i danni subiti.

Ne sortì un rapporto segreto in tre volumi e 800 immagini dal titolo “Gli effetti del bombardamento di Hiroshima”, su questo rapporto il governo statunitense negli anni seguenti, anni di Guerra Fredda, si baserà per intervenire sulle città. Ad esempio la relazione suggerisce che è utile spostare spostare le fabbriche dai grandi centri ai piccoli distretti in modo che, in caso di attacco, non si disintegri la capacità produttiva del paese.

Alla fine degli anni ’60 su quelle immagini è stato tolto il segreto, uno degli ingegneri le ha conservate in cantina, ma un incendio, nel quale l’ingegnere perse la vita, le stava per distruggere. Le foto furono gettate vie, un giovane le ha poi ritrovate, ne ha perse alcune che a loro volta sono state trovate da qualcuno. Nel 2006 il loro ingresso nella collezione del centro internazionale di fotografia.


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