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Il Lago delle Streghe

Per chi ama le passeggiate naturalistiche o l’escursionismo il paradiso ha un nome: Alpe Devero. Se proprio vogliamo essere pignoli dobbiamo parlare del parco naturale dell’Alpe Veglia e dell’Alpe Devero, che è situato in Piemonte nella Val d’Ossola, ovviamente in provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Dalla quota di 1650 m in su l’Alpe Devero è un luogo magico, dove il caos e la confusione della città sono solamente un ricordo e dove i panorami affascinano anche la persona più materialista. Qui la natura è pressoché incontaminata e, nonostante l’intero parco naturale sia meta di migliaia di persone ogni anno, le autorità vigilano affinché l’impatto dell’essere umano sia minimo. Escursioni, arrampicate, lunghe passeggiate, percorsi in mountain bike e sci da fondo: ogni stagione ha i suoi turisti e c’è sempre qualcosa di splendido da vedere e da fare qui. Perfino i paesini hanno un impatto minimo sulla natura e sono tutti piccoli e costituiti da poche casupole in pietra e negozi essenziali. Qui, tra torrenti, boschi, praterie sterminate e sentierini sterrati, si può ancora godere di tutta la bellezza che Madre Natura può offrire.

Uno dei borghi più caratteristici è Crampiolo che ad una quota di 1700 m ha ancora le antiche baite di pietra che oggi possiamo vedere solo in rarissime immagini sul web. L’attrazione principale di questa zona è il Lago delle Streghe, uno specchio d’acqua limpidissima che si immerge nel verde dei prati di alta montagna. In questa atmosfera magica non poteva mancare una leggenda su come lo specchio d’acqua abbia preso questo singolare nome. Si racconta che molto tempo fa a valle vivesse una coppia di innamorati che con un po’ di sacrifici era riuscita a iniziare una vita spensierata e serena. Con il passare del tempo però l’uomo iniziò a rivolgere le sue attenzioni verso un’altra ragazza e pian piano cominciò a trascurare la sua compagna per concedersi sempre più tempo con lei. La giovane sposa piangeva disperata perché vedeva ogni giorno una parte del loro amore appassire e non sapeva come fare per riportare il suo amato a sé. Un giorno, salendo i sentieri di montagna per raccogliere dei mirtilli, vide una donna molto anziana seduta sopra una roccia che filava la lana con un fuso: la ragazza non aveva molte amiche a valle tutto ciò che desiderava era qualcuno che ascoltasse la sua storia e che le desse un buon consiglio. Quella vecchia emanava una strana aura di calma e pace e la fanciulla si fermò ad osservarla mentre lei filava. Quando l’anziana si accorse di lei fu molto felice di far due parole e fu così che la ragazza si aprì con lei rivelandole il suo patire d’amore. La vecchia ascoltò le parole della ragazza attentamente, senza mai interromperla e limitandosi ad annuire di tanto in tanto: poi, quando la fanciulla le chiese un consiglio su come fare per far tornare il suo amato da lei, l’anziana le rivelò di essere una strega e di avere un patto da proporle per farle tornare il sorriso. La fanciulla ascoltò con molto interesse, ma l’offerta che le fece la donna fu davvero bizzarra: se la ragazza avesse osservato il volto di un uomo che la avrebbe presentato la strega e fosse rimasta sempre della stessa intenzione di volere il suo amato, allora lei avrebbe fatto un incantesimo per farlo tornare a casa.

La ragazza accettò il patto e la strega la condusse ad un grotta che si addentrava nella montagna. Al termine giunsero in una sala buia dove c’erano sedute altre due donne anziane intente a filare. L’unico rumore che proveniva dalla grotta era lo scroscio dell’acqua di una fonte che formava due pozze identiche ai lati della stanza. La strega invitò la fanciulla a guardare nella prima pozza e la giovane, timorosa, si sporse. Riflesso nell’acqua vide il volto del giovane che amava, un ragazzo bellissimo che però in pochi istanti iniziò ad imbruttire e ad invecchiare. Scioccata, la ragazza si tirò indietro, ma la strega la costrinse a guardare anche nella seconda pozza. Nell’acqua la ragazza vide un altro uomo, altrettanto bello e dal sorriso sincero a rincuorante. La strega le disse che le due pozze mostravano i due tipi d’amore che possono riempire il cuore degli uomini: il primo, quello fugace e che appassisce, è l’amore illuso di chi pur di non ammettere a se stesso i problemi con l’altra metà, si convince che essa l’ami, ma che purtroppo è effimero e non si può far nulla per mantenerlo vivo; il secondo, l’amore per gli dei che ci hanno offerto la vita e tutto ciò che ci circonda, invece è duraturo e viene corrisposto sempre, anche se a volte può non sembrare. Si dice che la ragazza, di fronte a quella triste verità, si convinse che l’uomo che ella credeva di amare non fosse meritevole delle sue lacrime e quel giorno ella si votò all’amore eterno, quello per la natura e gli dei. Quando fece la sua scelta un getto prorompente riempì la grotta e magicamente il luogo svanì per lasciare spazio a quello che oggi viene chiamato “Lago delle Streghe”.


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