I mostri e i misteri della Rocca di Lerma
<<Laggiù ci sono i Mostri, la Rocca è casa loro. Se non li sfameremo, pian piano saliranno e ci mangeranno>>
Recitava così un detto popolare piemontese. Una sorta di ammonimento e di obbligo per chi viveva nelle campagne nei pressi della Rocca di Lerma. Lerma è un comune italiano di 875 abitanti della provincia di Alessandria, in Piemonte, situato su un colle dell’Alto Monferrato. Nessuno al di fuori del Piemonte saprebbe della sua esistenza se non fosse per un’antichissima leggenda che si tramanda di padre in figlio secondo cui la rocca sia dimora dei mostri. Il castello di Lerma si affaccia sulle tranquille e pulite acque del torrente Piota e, come la maggior parte delle rocche medievali, venne costruito strategicamente per fronteggiare le invasioni barbariche. La zona della rocca risulta quindi impervia e pericolosa, ma nulla che lasci pensare a mostri mangiatori di uomini. Il ricetto di Lerma sembra essere il luogo tanto temuto dagli abitanti del luogo, nel passato ma anche nel presente. Il ricetto è una struttura fortificata in uso nel medioevo protetto da un fossato che serviva come magazzino per la comunità agricola: conteneva prodotti agricoli, bestiame e strumenti di lavoro. E’ protetto da un lato dal castello e dall’altro dallo strapiombo della Rocca su cui sorge il paese.
Ma il mostro è solo una storiella per spaventare la gente, oppure c’è qualcosa di vero? Voci, solo voci, dicono che tanti anni fa un bambino sparì e che furono i mostri a mangiarselo. Più recentemente, negli anni ’90, una bella ragazza che nuotava nel Piota disse di essere stata attaccata da uno strano essere con la testa di cinghiale e il corpo di uomo. Lerma è gemellata con un’altra Lerma, che sta dall’altra parte del mondo, in Messico. Là non avrebbero dubbi su come chiamare i mostri di Lerma: chupacabras. Il chupacabra della nostra Lerma è un mostro mezzo uomo e mezzo cinghiale battezzato “Ungumano”; per lui venne coniato anche un nome latino: “Homungulatis Lermensis”. Dalle vicende giunte fino a noi risulta che durante il Medioevo gli abitanti di Lerma si recassero sulla cima della rocca e compissero riti volti a scacciare i pensieri negativi e prevenire sciagure e carestie. Da lì sopra liberavano le loro menti da tutto ciò di negativo li affliggeva, come la paura di epidemie o assalti di briganti. Tutto il male finiva laggiù in quell’intrico di arbusti e alberi deformi, che sembravano in continua lotta per la ricerca di un po’ di luce e di spazio. Era proprio in luogo oscuro a malvagia che credevano che risiedessero i mostri, perchè questi si cibavano di pensieri malvagi e negativi. Lì c’era l’Ungumano che, nascosto dalla fitta vegetazione, osservava avido le sue vittime. Ecco allora che il detto prende un po’ più senso: il fatto di sfamare i mostri non era in senso letterale, ma simbolico; si sfamavano i mostri riversando su quello strapiombo le proprie angosce e le azioni malvagie, tornando a casa purificati e consapevoli di aver saziato quelle creature di ombra.
Razionalmente parlando oggi appare probabile che l’antica leggenda dei mostri di Lerma sia stata inventata per spaventare i bambini: lo strapiombo della rocca è molto alto e pericoloso e forse per evitare incidenti gli adulti si erano inventati la storia per farli stare alla larga. Ma quello del mostro non è l’unico mistero di Lerma. Si dice che da qualche parte ci sia un tesoro nascosto, uno scrigno di cristallo sepolto nei pressi della castello. La leggenda nacque dopo il soggiorno al castello nel 1565 di donna Isabella Corvalan, dama d’onore della regina di Castiglia. Un gruppo di cavalieri appartenenti alla Repubblica Marinara genovese si recarono al castello per dare alla nobildonna spagnola, che era in procinto di ritornare in patria, uno scrigno di cristallo contenente tre rose d’oro i cui petali erano tempestati di rubini rossi, da consegnare alla Regina. Donna Isabella, per timore dei ladri, mise al sicuro il dono prezioso in un nascondiglio segreto, ma poco dopo fu costretta a rientrare in patria senza riuscire a riprendere lo scrigno, che rimase celato nel suo nascondiglio. Un antico borgo medioevale, un mostro, un tesoro nascosto: ci sono tutti gli ingredienti per una visita a Lerma.
fonte: http://www.ilparanormale.com