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Gloria Ramirez: la donna tossica


Questa è una notizia vera, ma destinata a diventare una leggenda metropolitana o una creepypasta abbellita di particolari macabri o horror. In verità già di per sé è davvero molto strana e da aggiungere ci sarebbe poco, ma si sa, i racconti enfatizzano al massimo i particolari più disturbanti.

Gloria Ramirez nel 1994 aveva 31 anni e purtroppo stava seguendo un ciclo di chemioterapia per un tumore alla cervice. Come si può immaginare non era al massimo della forma, ma non era nemmeno così grave da presumere la sua morte a breve. Il 14 febbraio però venne portata al pronto soccorso dell’ospedale di Riverdale, nel Sud della California, in chiaro stato alterato: aveva problemi a respirare, una pressione bassissima e sembrava delirare. Data la terapia della donna le furono somministrati diversi farmaci per stabilizzarla e le fu messa una maschera a ossigeno. In breve tempo però Gloria perse conoscenza ed entrò in arresto cardiaco, così i medici provarono la defibrillazione. La prima cosa che notarono quando la spogliarono fu che la pelle del corpo era bagnata, come se sudasse una sostanza oleosa al tatto; oltre a questo percepirono un forte odore di aglio provenire dalla sua bocca. L’infermiera Susan Kane prelevò un campione di sangue per le analisi e sia lei che il medico Maureen Welch avvertirono un forte odore di ammoniaca. Una seconda infermiera, Julie Gorchynski, fece notare che nel sangue prelevato c’erano delle particelle scure di origine sconosciuta. In pochi secondi quell’odore proveniente dal campione e dal corpo della donna ebbero i primi effetti sui presenti: Kane iniziò a barcollare e svenne; prima che fosse portata nella stanza vicina anche Gorchynski iniziò a sentirsi male e in pochi istanti svenne anche lei. La terza ad accusare malori fu Welch, che iniziò ad avere le convulsioni e ad espellere schiuma dalla bocca.

Il pronto soccorso venne allarmato e nel giro di pochi minuti chiunque dello staff medico entrasse nella stanza di Gloria Ramirez iniziava a sentirsi male mostrando nausea, giramenti di testa e un grave stato di confusione. Tutti i pazienti del pronto soccorso furono evacuati nel parcheggio dell’ospedale, mentre il resto dei medici attivi indossò delle tute sigillate e cercò di continuare la rianimazione di Gloria. Ogni tentativo fu vano e la donna morì senza mai riprendersi. Ben 23 dei 37 membri dello staff si sentirono male, ma Gorchynski fu quella più gravemente colpita: passò due settimane in terapia intensiva, fu colta da pancreatite, epatite e necrosi vascolare e fu costretta ad usare le stampelle per mesi. L’autopsia, i controlli sui tessuti e sul sangue di Gloria portarono a tre grosse anomalie:

– Venne trovata un’ammina non identificata, causa dell’odore di ammoniaca, che probabilmente venne prodotta durante la scissione del Tigan, un medicinale che la donna assumeva per contrastare la nausea dovuta agli effetti della chemioterapia. – Furono riscontrate anche alte dosi di nicotinammide, un composto presente nelle metanfetamine e usato spesso dagli spacciatori per tagliare la droga. – Nel corpo di Gloria c”era un’altissima concentrazione di dimetilsolfone, causa probabile degli svenimenti e dei malori che colpirono tutti quelli che si avvicinarono al corpo della donna.

Al 29 aprile il caso di Gloria Ramirez venne chiuso con una conferenza stampa in cui i medici dissero che la causa della morte ufficiale era stata aritmia cardiaca provocata dal collasso dei reni, stremati dal tumore della cervice. Non si accennò al malessere del team del pronto soccorso e si giustificò le misure di sicurezza e l’evacuazione di tutti i pazienti come isteria di massa scatenata dall’odore del sangue della paziente. Alcuni cercarono di portare avanti la questione, sebbene non avessero accesso ai laboratori di analisi ma solo dei dati raccolti dopo l’autopsia. Si ipotizzò che Gloria avesse fatto largo uso di Dmso, un gel usato negli anni ’60 per ridurre dolori muscolari e artrite: lei lo avrebbe usato per alleviare i lancinanti dolori del tumore. Quando i medici le misero la maschera ad ossigeno le molecole di ossigeno, combinate al Dmso presente nel suo corpo, si sarebbero combinate a formare alti livelli di dimetilsolfone, che nel sangue della donna si sarebbero ricombinate con i solfati presenti naturalmente nell’organismo formando il dimetilsolfato. Quando l’infermiera prelevò il sangue di Gloria alcune molecole del composto fuoriuscirono dalla siringa e avvelenarono lo staff dell’ospedale. I parenti di Gloria riebbero il corpo solo dopo minaccia di denuncia e solo dopo 9 settimane, quando a causa delle pessime condizioni in cui era stato conservato, era ormai gravemente decomposto. Gloria fu seppellita all’Olivewood Memorial Park di Riverside in una tomba senza nome, portando con sé quello che rimane uno dei misteri più controversi nella storia della medicina.


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