LA LEGGENDA DI ORLANDO E IL BOSCO DEGLI ALBERI DELL'ALDILÀ
“Troverai più nei boschi che nei libri, gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà”. Così insegnava San Bernardo di Chiaravalle, il padre spirituale dei Cavalieri templari, una delle figure più luminose della Chiesa, riprendendo un pensiero già proprio del paganesimo. Nell’antichità si credeva, infatti, che i boschi e le grandi foreste, che allora ricoprivano il pianeta, fossero popolati da dèi e numi, ninfe, fauni e satiri, tutte personificazioni simboliche dell’eterna capacità di rinnovamento della natura.
Il Parco dell'Antichissima Città di Sutri custodisce una lecceta secolare testimone centenaria di passaggi storici e di vicende legate alla varie famiglie che di qui sono passate, un pensatoio naturale che stimola la suggestione del viandante e lo avvicina alla spiritualità che caratterizza il luogo. -
Questo è quanto recita il cartello all'entrata del parco, parole che introducono in un luogo magico e da favola
“Troverai più nei boschi che nei libri, gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà” Bernardo da Chiaravalle
Il sacro bosco di Sutri è un luogo magico, un parco secolare di lecci apparentemente infinito, che si estende non solo in orizzontale ma anche in verticale toccando diverse quote del rilievo di tufo che tocca la via Cassia. C’è un l'atro parco quello di Villa Savorelli separato dal bosco sacro che ha trasformato un’area in un giardino all’italiana, con aiuole e relativi camminamenti geometrici.
La perfetta scenografia per potersi immergere nella visita delle tombe etrusche scavate nel tufo dall’origine molto antica, a costituire una necropoli di rara bellezza e suggestione.
La magica città di Sutri
L’origine di Sutri è stata calcolata all’età del bronzo per gli archeologi, ma esistono anche belle e interessanti leggende che collocano la fondazione di Sutri per merito dei Pelasgi popolo di navigatori orientali, o addirittura grazie a Saturno, più apprezzata in quanto appare perfino nello stemma della città, in cui il Dio è a cavallo con tre spighe di grano in mano.Noi la ricordiamo come città etrusca, di notevole importanza perché divenuta nel tempo importante centro agricolo e commerciale.
Si sa che quando qualcosa è ricco e famoso viene desiderato dagli altri e non passo molto tempo che i Romani apposero le loro mire sulla città. Venne conquistata dall’Impero nel 383 a.C. ma successivamente nel V e VIII secolo divenne il cuore delle eterne guerre tra Longobardi e Bizantini fino al 728 quando il re dei Longobardi Liutprando cedetta la città a papa Gregorio II.
Le leggende del bosco
Il IX secolo è protagonista di una bellissima leggenda che racconta la nascita di Orlando, il celebre paladino di Francia su cui Ludovico Ariosto e Matteo Maria Boiardo scrissero poemi di enorme successo. La particolarità è una piccola corrispondenza con la nascita di Gesù Cristo, in quanto anche lui sarebbe nato in una grotta.
La madre forse un po’ meno casta di Maria Vergine, sarebbe Berta, sorella di Carlo Magno, in fuga per essere stata diseredata dal padre dopo essersi innamorata e aver avuto rapporti clandestini cin un uomo di umili origini. Qui insomma partorisce Orlando, sola e in una grotta del magico bosco di Sutri.
Il celebre paladino Orlando, esattamente come Gesù Cristo, nasce in una fredda grotta nel bosco di SutriAnche la chiesa ha voluto le sue leggende e si dice che lo stesso San Pietro in questo luogo avrebbe inviato San Romolo come vescovo, quando il cristianesimo stava nascendo, costituendo in tal modo il primo luogo santo italiano della nuova religione. Eppure la storia ci racconta che il primo vescovo di questi luoghi fu Sant’Eusebio molto più tardi, nel 465.
La magia dei lecci
È stato certamente la magia del luogo ad essere la perfetta sede di molte leggende. Innazitutto perchè anticamente si credeva che i boschi fossero talmente vivi da essere popolati da esseri soprannaturali, figli della natura, attraverso i quali si manifestava. Fauni, fante, ninfe, esseri antropomorfi metà umani e metà animali, individui presenti fin dalla preistoria nell'immaginario umano. Ma qui abbiamo un valore aggiunto, ovvero la presenza dei lecci, alberi magici, perfetti per meditare e incontrare sè stessi.
Magia sì, perché i lecci sono alberi simbolicamente legati all’aldilà e al trapasso, un esempio importante riguarda il fatto che le tre parche, loro che decidevano la morte tagliando il filo, si coronassero con le sue foglie.
I lecci, insieme ai cipressi, sono alberi legati all’aldilà e al trapasso, le tre parche, coloro che decidevano la morte degli umani, si coronassero con le sue foglie
Ovidio narra che le api, simbolo delle anime immortali, amavano posarsi sui lecci, alberi in grado di emettere profezie, perchè venivano spesso colpiti dai fulmini, acquisendo l’energia divina del cielo. Alcune leggende narrano che la croce di Cristo sarebbe stata fatta con legno di leccio, perché tutti gli altri alberi si frantumavano in mille pezzi, rifiutando questo enorme peso psicologico.
Lecci che conoscono la meravigliosa storia di questo luogo, e che mantengono i suoi segreti nel silenzio delle fronde. Chissà forse fermandosi un istante e appoggiando l’orecchio ad un arbusto, qualcuno potrà raccontarvi le sue vicende…
La donna velata
Particolare la statua di questa "donna velata" immagine tipica dell'immaginario esoterico che fa riferimento a "Iside velata", la dea nascosta, sotto la cui stoffa preziosa si cela la Verità che un giorno sarà rivelata. Qui la donna è protagonista, una donna nascosta, da cercare. Viene voglia di toglierle il velo, così sottile ma allo stesso tempo così opaco. Solo il vero iniziato potrà farlo, solo colui che saprà trasformare alchemicamente il marmo in seta e potrà toglierne il velo.