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L’incendio di Notre Dame, tra leggende sul diavolo e premonizioni


di Alice Benvegnù

Sono le ore 18.50 circa di lunedi scorso, 15 aprile. I telegiornali, i giornali online, i social, le radio, cominciano a non parlare d’altro: la famosissima cattedrale di Notre-Dame a Parigi, patrimonio dell’Unesco, nota meta di turismo internazionale, sta andando in fiamme. Gli schermi di tutto il mondo trasmettono le sconcertanti immagini delle fiamme che sembra si stiano inesorabilmente portando via questo meraviglioso pezzo di arte, storia e letteratura, di fronte all’impotenza del mondo intero. Travolti dal fuoco e sempre sotto l’occhio delle telecamere crollano il tetto e la guglia, mostrandoci per l’ennesima volta il sottile senso d’instabilità del nostro stare al mondo.

Nella mattinata di martedì 16 aprile, l’incendio viene spento completamente dai vigili del fuoco, ma la cattedrale ha subìto gravi danni che richiederanno un lungo lavoro di ricostruzione e restauro. Fortunatamente non ci sono stati feriti tra i fedeli o i turisti, l’unico in gravi condizioni è uno dei cinquecento pompieri intervenuti per domare l’incendio.

Sono state recentemente escluse dalla procura di Parigi il movente criminale, l’atto vandalico e quello terroristico. La pista che seguono gli inquirenti è quella dell’incendio accidentale nell’ambito dei lavori di ristrutturazione sul tetto della cattedrale.

Contemporaneamente alle notizie in tempo reale, alla solidarietà proveniente da tutto il mondo, alle consistenti donazioni ricevute, insieme a questa tragica notizia sono stati portati alla luce diversi misteri che avvolgono la storica cattedrale.

Difficile, innanzitutto, non parlare del romanzo di Victor Hugo, più volte adattato al cinema, diventato anche un famoso film d’animazione dalla Disney. Ambientato nel 1482, il libro presenta un passaggio che ricorda drammaticamente l’incendio di poche sere fa: “Tutti gli occhi erano diretti verso la cima della cattedrale, ed era qualcosa di straordinario quello che stavano vedendo: nella parte più alta dell’ultima galleria, sopra il rosone centrale, c’era una grande fiamma che saliva tra i campanili con un turbinio di scintille, che si ribellava furiosa, di cui il vento a tratti portava via un limbo nel fumo”.

Nonostante Hugo, nel romanzo che lo rese eterno, non parlasse di un incendio ma di un’azione studiata dal famoso gobbo suonatore di campane Quasimodo per distrarre i “truands”, questa apparente profezia ha scosso l’animo di molti. C’è però dell’altro.

Nel 1830, un anno prima della pubblicazione di “Notre Dame de Paris”, l’arcivescovo della cattedrale era stato bersaglio di varie scorribande. Addirittura un fuoco era stato appiccato sulla facciata sud. Victor Hugo confidò le sue paure: “mutilazioni vengono a loro da tutti i lati, dall’interno e dall’esterno”, scrisse nella prefazione al suo romanzo. Per poi aggiungere: “La chiesa stessa svanirà presto dalla terra”, ”Il tempo è cieco e l’uomo è stolto” ed ancora “Se avessimo il piacere di esaminare una ad una le diverse tracce di distruzione impresse sull’antica chiesa, quelle dovute al tempo sarebbero la minima parte, le peggiori sarebbero dovute agli uomini”. Criticando così il degrado della chiesa lo scrittore sperava di far partire i necessari restauri, che avvennero poi nel luglio 1845. A leggerlo adesso, questo grido, qualche brivido effettivamente lo fa venire, tanto che il romanzo in questi giorni risulta il primo in classifica nelle vendite su Amazon.

Ci sono poi le leggende che ruotano attorno alla costruzione della cattedrale, i cui lavoro iniziarono nel 1163 per completarsi nel 1344. Notre Dame è stata più volte ristrutturata, ma molti segreti sono rimasti immutati fino ai giorni nostri. Il mito più famoso è quello delle “serrature del diavolo”, secondo cui Satana in persona avrebbe materializzato le serrature e le cerniere decorate del portone principale. Secondo la leggenda, il giovane fabbro Biscornet faceva un’immensa fatica a realizzare le opere che gli erano state commissionate, al punto da risultargli massacranti per le loro incredibili dimensioni. Fu così che decise di donare la propria anima al Maligno (in quel periodo molto presente nell’immaginario collettivo) in cambio di aiuto. Il giorno dell’inaugurazione, per aprire le porte, furono necessari esorcismi e acqua santa, mentre Biscornet morì di lì a poco. Si dice che sulla sua tomba, al cimitero degli innocenti, il suo fantasma apparisse cantando strane e oscure invocazioni sataniche. Ai giorni nostri soltanto la porta laterale di sinistra che affaccia sulla piazza conserva le serrature originali.

Ancora oggi in molti non credono che un uomo solo abbia potuto fare tutto quel lavoro incredibile, ammirando l’arte del fabbro che quasi mille anni fa riuscì dove oggi si fatica con le tecniche e le tecnologie più moderne.

In questi giorni sta facendo il giro del web anche una profezia di Nostradamus, medico e astrologo francese che scrisse una raccolta di 942 quartine, considerate da molti predizioni: è stato dimostrato dagli studiosi che esistono delle relazioni tra diverse catastrofi dei giorni nostri e questi scritti “antichi”. Nostradamus, in una quartina del 1500 avrebbe previsto l’incendio. È stata un’astrologa britannica, Jessica Adams, a diffonderla, e così recita: «La testa di Ariete, Giove e Saturno. Dio eterno, quali cambiamenti ci aspettano? Dopo un lungo secolo il male ritornerà. Francia e Italia, quali emozioni subirete?». Gli interpreti delle profezie del preveggente vedono in queste parole un riferimento alla data e al luogo dell’incendio, ma anche al fatto che il disastro abbia colpito un simbolo del cattolicesimo. Secondo la Adams, proprio lunedì pomeriggio, quando è divampato l’incendio, c’è stata una particolare congiunzione astrale che ha coinvolto Ariete, Giove e Saturno, come scritto nella quartina. E l’astrologa sostiene che questa particolare congiunzione astrale si verifica una volta ogni cento anni: ecco quindi l’interpretazione di “lungo secolo”.

La donna ha spiegato che il termine “Dio eterno” fa riferimento al luogo di culto, quindi alla chiesa simbolo di Parigi. «Francia e Italia, quali emozioni subirete?» scriveva i Nostradamus, secondo il quale quindi ci sarebbe una “forte emozione” anche per l’Italia.

Quanto ci sia di vero, in tutto ciò, è difficile da stabilire. Quello che è certo è che un’intensa emozione c’è stata, aiutata anche da molte suggestioni mediatiche, e che il lato più oscuro delle cose esercita sempre un certo fascino sulla mente degli esseri umani.


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